Il 21 marzo è la Giornata mondiale della Sindrome di Down, una condizione che colpisce un bambino su 1.200.
Cos’è la Sindrome di Down
Il sito Coordown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con Sindrome di Down) definisce la Sindrome di Down come « una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più nelle cellule di chi ne è portatore: invece di 46 cromosomi nel nucleo di ogni cellula ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma in più nella coppia identificata con il numero 21; da qui anche il termine Trisomia 21 ».
Una condizione per lo più non ereditaria, solitamente facilmente identificabile a livello visivo.
Una condizione che causa (sempre citando Coordown) « un ritardo presente nelle principali funzioni, sia nella fase di sviluppo del bambino, che nell’età adulta ».
La Giornata mondiale della Sindrome di Down
Per celebrare il World Down Syndrome Day è stata scelta la data del 21 marzo poiché si tratta del ventunesimo giorno del terzo mese dell’anno… Non per niente è la giornata dedicata alle persone con trisomia ventuno!
Per celebrare questo giorno, ognuno di noi è invitato a indossare #calzinispaiati e, se possibile, a condividerli sui social network.
Il significato di questa inconsueta scelta nel vestiario è chiaro e semplice: essere diversi è normale. E bello, aggiungo io.
Essere diversi è colore, è allegria, è gioia. Essere diversi è un valore e come tale va celebrato.
La Sindrome di Down nel mondo
Come ho riportato nel post che ho dedicato alla Giornata mondiale della Sindrome di Down sul mio profilo Instagram, più o meno un anno fa Le Iene pubblicarono una video intervista condotta insieme all’atleta italiana @nicole_orlando93 a un medico islandese. Perché? Perché in Islanda esiste quello che si definisce “aborto selettivo”.
Senza voler entrare nel merito delle scelte di ognuno di noi, quello che avviene in Islanda (e in molti, troppi Paesi del mondo) è che qualunque feto cui vengano diagnosticate malformazioni o handicap viene abortito. Per scelta dei genitori.
E perché questo avviene? Perché non c’è informazione. “L’ignoranza genera paura” e mai come in questo caso la frase si fa’ più vera. Si pensa (sbagliando) che una persona affetta da Sindrome di Down non possa vivere una vita piena e soddisfacente. A volte si pensa addirittura che sia un peso.
QUI IL SERVIZIO “CHE MONDO SAREBBE SENZA NICOLE?” del 28 febbraio 2018
Io ho deciso di indossare calzini spaiati per dimostrare, nel mio piccolo, il pieno supporto alle persone con Sindrome di Down e alle loro famiglie. Ho voluto dimostrare il mio supporto alla vita e alla scelta di vivere.
Manca un anno al prossimo World Down Syndrome Day, e non vedo l’ora di poter sfoggiare con fierezza i miei calzini, colorati e diversi.
Scrittrice made in Biella, con tante passioni ma troppa fifa e troppo poco tempo. Hufflepuff di diritto, semi cantante, aspirante qualcuno.
Ho una penna e non ho paura di usarla.