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La verità sul caso Harry Quebert

Reading Time: 2 minutes

La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker

Il mio voto: 3 of 5 stars

Lo so, lo so. Come sempre, arrivo in ritardo (di anni) sulle letture importanti. La solfa è sempre la stessa: ho paura della delusione e aspetto che un’opera e/o un autore siano ben assestati tra i “to read” del mondo per permettermi di provare a leggerli.
Il problema è che neanche così mi evito le delusioni.

Estratto della recensione

Un romanzo che, senza ombra di dubbio, scorre magnificamente. Le sue 770 pagine non si fanno certamente sentire: prima che tu te ne renda conto, ne hai divorate almeno un centinaio; ogni volta.
Allora perché 3 stelline su 5?

Procediamo per punti.
1. Il personaggio di Harry Quebert è una meraviglia: dialoghi eccellenti, caratterizzato alla perfezione, del tutto realistico e reale. Come lui, Marcus. Tuttavia, nessuno dei personaggi femminili può vantare la stessa perfezione, neanche lontanamente. Ciascuno di questi personaggi rasenta il ridicolo. Qualche esempio? La Signora Quinn, la madre di Marcus, la stessa Nola hanno lo spessore di un foglio di carta velina. […]

2. Altro aspetto ridicolo del romanzo è rappresentato da tutte le inesattezze e assurdità riguardo la conduzione di un’indagine. Joël Dicker racconta di poliziotti che rivelano dettagli salienti di indagini in corso al primo che passa, o seduti tranquillamente al tavolo di un diner non curanti di chi possa carpire quelle informazioni. Altri poliziotti lasciano che uno scrittore si avventuri sulle scene di un crimine, senza scomporsi più di tanto nel momento in cui la fossa in cui è stato ritrovato un cadavere viene irrimediabilmente compromessa. […]
E così via.

3. Sebbene ciò che sto per scrivere possa trovare effettivamente spazio nel punto precedente, preferisco dedicargli uno spazio tutto suo.
Illustri psichiatri infantili che fanno diagnosi importanti sulla salute mentale di una bambina morta, sulla base di ciò che viene loro raccontato da uno scrittore che, a sua volta, si ispira liberamente a ciò che gli è stato raccontato da quelle stesse persone che, a distanza di trent’anni, cercano di ricordare cose a caso a proposito della ragazzina in questione… Davvero?

4. Il capitolo n. 4 si apre, come per tutti i capitoli, con un consiglio di scrittura regalato a Marcus Goldman da Harry Quebert. Di nuovo, ciascuno di questi consigli è semplicemente brillante. Tuttavia, l’invito ad accingersi alla conclusione del romanzo con un bel colpo di scena è preso un po’ troppo alla lettera del vero autore del libro. Questo colpo di scena, infatti, fa parecchio storcere il naso.

5. Il costante, incessante e interminabile susseguirsi di colpi di scena è stancante e, francamente, un tantino tedioso.

6. C’è un dettaglio che mi tormenta, ma che racchiuderò in uno spoiler poiché, per esporlo, è necessario fare esplicito riferimento a qualche personaggio. […]

7. Il settimo punto sulla mia lista riguarda la traduzione, tutto sommato buona ma comunque caratterizzata da qualche errore difficile da digerire in un’edizione Bompiani. […]

8. Il finale. Solitamente non leggo gialli, ma mi sarei aspettatə…
(view spoiler)

Detto questo, l’espediente narrativo è eccezionale! Il che mi fa veramente rimpiangere tutti i miei punti a sfavore, poiché (fatta eccezione per la pochezza dei personaggi femminili) l’abilità di Dicker mi ha positivamente impressionatə.

 

Leggi la recensione completa su Goodreads

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Scrittrice made in Biella, con tante passioni ma troppa fifa e troppo poco tempo. Hufflepuff di diritto, semi cantante, aspirante qualcuno.
Ho una penna e non ho paura di usarla.

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